Casa Editrice: Morellini Editore
Collana: Varianti
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 192
Prezzo: 17,00 €
Dopo i romanzi “Amori, altopiani e macchine parlanti” (Garzanti, 2009) e “Rosso Avana” (ADV Publishing House, Lugano, 2017) Gianni Morelli presenta “Un Campari a Veracruz”, il terzo volume della sua apprezzata trilogia latinoamericana. Ambientata in Messico, tra la Sierra Madre del sud e le pianure dell’Istmo di Tehuantepec, l’opera è intrisa di quel realismo magico caro a molti autori sudamericani, e risulta molto suggestiva in ragione dei suoi personaggi peculiari e delle affascinanti atmosfere latine. L’autore dimostra ancora una volta una fine capacità descrittiva, facendo immergere il lettore in un mondo reale e allo stesso tempo immaginifico, dove può capitare di intravedere una regina azteca che scende da una grossa e lussuosa nave attraccata nel porto di Veracruz, per poi scomparire, come un fantasma, su una limousine bianca. È ciò che accade al protagonista del romanzo, Yani, un sarto italiano trapiantato in Messico, che in una notte che cambierà il corso della sua esistenza vede l’immagine stessa della perfezione, e ne rimane tanto affascinato da ossessionarsi per poterla ammirare ancora. Quella che lui chiama la regina azteca è una donna apparentemente in fuga; la sua vettura si è dileguata tra le strade polverose di Veracruz, e nessuno l’ha più vista. Yani si domanda se non sia stata solo una splendida allucinazione ma poi si convince che quella donna è reale, e decide di ritrovarla, ormai perdutamente innamorato: «Dov’era adesso la mia Regina? In quale angolo del Messico? O aveva ripreso la sua nave per viaggiare verso altri sogni?». Gianni Morelli ci racconta del pellegrinaggio di Yani tra le terre del Messico meridionale, alla ricerca della sua regina perduta; a Oaxaca, nei pressi del Bar Mocambo, tra un Campari e l’altro, incontra persone stravaganti e ascolta le loro storie, alcune delle quali davvero strabilianti, condivide la propria ossessione d’amore e trova sorprendentemente conforto e aiuto, proprio quando ormai sta per perdere ogni speranza. Egli scopre che la donna si è diretta verso l’Istmo, sempre a bordo della sua limousine bianca, e viene purtroppo a conoscenza di notizie sconfortanti sulla sua identità; infine si fa coraggio e decide comunque di trovarla: l’amore, si sa, è cieco, e Yani è totalmente abbagliato da lei. Ma cosa lo attenderà alla fine del viaggio? La felicità, la delusione o un destino peggiore? Sta al lettore scoprirlo in questa vicenda dove niente è come sembra, e dove ogni personaggio sembra elargire saggezza e follia allo stesso tempo; sarà forse merito (o colpa) dell’eccellente Campari?
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