Sono cinque le storie contenute all’interno della nuova raccolta di racconti scritta da Emilia Testa, “Siamo rimaste nude nello specchio” (Giovane Holden Edizioni, Torino 2023).
Cinque racconti sull’emancipazione femminile e sulla libertà di amare chi vogliamo. Perché se «amare» significa permettere all’Altrui di accedere a quegli antri remoti della nostra intimità, privandoci delle nostre barriere protettive e aprendoci allo scambio, Emilia Testa ci racconta in quanti e quali modi si può amare. Come le protagoniste che danno il nome ai capitoli dei singoli racconti, tutte accomunate dall’amore travolgente che provano nei confronti di altre donne – ora doloroso oppure porto sicuro; talvolta inaccettabile e/o incomprensibile.
Sono figlie, mogli, amanti, madri senza mariti, giovani donne alle prese con il proprio percorso di auto-affermazione. Donne che, prima che fuori di sé, cercano la salvezza nei propri pensieri, lontano dai giudizi e dalle convenzioni a cui sono chiamate. Donne che trovano nell’arte tutta – dalla musica, alla pittura, al cinema e fino alla letteratura – uno spazio in cui rinascere.
“Siamo rimaste nude nello specchio” è un’opera che rende giustizia a tutti i racconti che finora sono stati negati alle donne. Disinibita e sfrontata ma mai sguaiata; letteraria ma mai troppo solenne; attuale e necessaria più che mai. Un’opera per tutti e tutte: per trascorrere qualche ora di puro intrattenimento letterario ma senza rinunciare alla serietà e all’importanza dei temi trattati.
__________________________
Sinossi di “Siamo rimaste nude nello specchio”
Il fil rouge delle cinque storie che compongono la silloge Siamo rimaste nude nello specchio è ascrivibile a un cammino, diradato e faticoso, nel mondo femminile, nei sentimenti, nella scoperta dell’amore. In ognuna delle cinque protagoniste, il cui nome dà il titolo ai rispettivi racconti, domina la solitudine, a volte evidente, altre volte camuffata in un controcanto cinico fatto di disincanto. L’incontro con un’altra donna diviene speranza di rinascita, sempre. Anche quando l’amore è quella nota disturbante, inattesa, che irride al nostro io indistruttibile e non lascia alternative al vivere.
Come avviene ne “Il caso Valeria M.”, un racconto attraversato da slanci visionari, dove impera il conflitto tra amore e istituzione, tra natura e ragione.
Ne “La rabbia di Ester” l’amore si rivela effimero, la Dulcinea tanto sognata non riesce a ricambiare le aspettative della giovane protagonista, Ester, che si perde negli intrecci e nei tormenti della sua mente.
In “Marta (o il grande boh)” la ricerca della propria identità sessuale, sempre evocata ma mai realizzata del tutto, ha l’urgenza di un diario che diventa gesto di protesta, verso il mondo, verso se stessi.
Spesso l’adolescenza, età in bilico tra il sole e l’uragano, diventa il malessere della felicità, quando ti senti in balia delle decisioni dei grandi. Come avviene ne “Il sogno di Laura”, dove l’avversione verso un ambiente che si percepisce ostile, si stempera grazie a un volto nuovo.
Ma l’amore può essere anche incanto, una visione riconoscibile lungo i chilometri ripetitivi e noiosi di un’anima inquieta. Come accade alla protagonista de “L’incanto di Roberta”: una sconosciuta, un sorriso, la fa incespicare in un sogno.
__________________________
Note autoriali dalla quarta di copertina
Emilia Testa è nata a Napoli. Ha studiato Cinema e Drammaturgia al Dams di Bologna. Attualmente vive a Ravenna dove collabora come visual merchandising per alcune aziende di moda. Amante della letteratura e della poesia, quale mistero inesauribile della vita, scrive racconti e testi poetici, curando le parole, come un miniaturista, facendone storie di donne, di sentimenti, di stati d’animo, di paesaggi, di città, di digressione. Ha ottenuto importanti e costanti riconoscimenti in rassegne poetiche e letterarie, tra cui la vittoria ai premi “Stabia in versi, Io racconto” e “Clepsamia”. Inoltre, alcune sue opere sono inserite in antologie letterarie; nel 2021, infine, ha pubblicato la sua prima silloge poetica “La logica del cuore. Ho scritto ti amo e tante altre parole sconnesse”, Dantebus Editrice.