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Quando… Walter Veltroni passa alla regia

“Un viaggio sentimentale tra due mondi tra gioie e sbagli del passato e smarrimento del presente” Ezio Mauro. Dal romanzo di Walter Veltroni “Quando” la trasposizione cinematografica interpretata da Neri Marcorè e Valeria Solarino per la regia dello stesso autore.

Quando… Walter Veltroni passa alla regia

“Un viaggio sentimentale tra due mondi tra gioie e sbagli del passato e smarrimento del presente” Ezio Mauro. Dal romanzo di Walter Veltroni “Quando” la trasposizione cinematografica interpretata da Neri Marcorè e Valeria Solarino per la regia dello stesso autore.

Sì, proprio lui, Walter Veltroni, già militante del PCI, già fondatore e segretario del Partito Democratico, già deputato, ministro e politico di chiara fama, in seguito scrittore e documentarista (ad esempio autore de Il Concerto Ritrovato di Fabrizio De André con la PFM), adesso passa alla regia dirigendo il film Quando tratto dal suo romanzo omonimo.

Diciamo la verità, lo spunto non è originale. Da I Due Marescialli con Totò e Vittorio de Sica in poi, la trama in cui il protagonista prende una botta in testa e si risveglia dopo cambiamenti politici epocali è stata più volte sfruttata nel cinema italiano, così come il motivo dei cambiamenti in campo tecnologico avvenuti durante gli anni in cui il protagonista è rimasto in stato di incoscienza (in questo caso si veda la serie televisiva tedesca Last Cop in cui il poliziotto si risveglia dal coma dopo vent’anni). Veltroni, però, fa anche compiere al protagonista della sua storia un’analisi della propria vita privata.

Ma partiamo dall’inizio: Giovanni, interpretato da un grandissimo Neri Marcorè, va in coma in seguito ad un incidente (per la precisione viene colpito dall’asta di uno striscione) durante i funerali di Enrico Berlinguer nel 1984 e si risveglia trentuno anni dopo, nel 2015. Con l’aiuto di una suora dell’ospedale che gli farà da guida, intraprende un viaggio introspettivo alla riscoperta di se stesso attraverso i cambiamenti avvenuti durante gli anni che ha perduto. Si è addormentato diciottenne, alla vigilia degli esami di Maturità, e si è risvegliato alle soglie della cinquantina.

Nel frattempo, i cambiamenti sono stati tanti, sia quelli tecnologici (il tablet, lo smartphone, il navigatore ma anche semplicemente i finestrini con apertura automatica in automobile), sia quelli politici e sociali (il PCI e l’Unione Sovietica non esistono più, Berlusconi è entrato in politica), ma anche quelli nel mondo della musica della quale era appassionato come molti ragazzi della sua età (i suoi cantautori preferiti sono tutti morti). Ma i cambiamenti più notevoli sono quelli che riguardano la sua famiglia: il padre è morto, la madre si è ammalata di Alzheimer, la sua fidanzata di allora ha avuto da lui una figlia, la quale ignora che lui sia il suo vero padre e crede invece di essere figlia del marito della madre, che dopo quattro anni, perse le speranze che Giovanni si risvegliasse dal coma, si è sposata con un loro compagno di scuola.

In modo particolare, il suo risveglio getta nel panico la sua ex e la famiglia da lei creata, al punto che lui, ironicamente si scusa per essersi svegliato. Lei e il marito discutono se dire o no la verità alla figlia. Mentre il marito non si sente in colpa, perché Giovanni ha dormito per trentuno anni, mentre lui per trentun anni, ogni mattina si svegliava per andare al lavoro e non fare mancare niente alla figlia putativa, la sua ex, dopo lunghi ripensamenti, accetta di incontrarlo e dirgli la verità.

Dopo un lungo percorso, al termine del quale, Giovanni accetta i cambiamenti (in fin dei conti non è dispiaciuto per la fine del Comunismo, perché l’ideologia era sbagliata anche se gli ideali erano giusti e le persone sincere, come ricorda durante una riunione dei suoi amici ex militanti di partito, così come accetta di essere chiamato per nome dalla figlia anziché papà), trova il coraggio di dare gli esami di Maturità e di riprendere la vita dal punto in cui l’aveva lasciata.

Fin qui il Veltroni scrittore. Il Veltroni regista, ci narra la storia attraverso delle porte. Inizialmente con il sogno/delirio di Giovanni al momento del risveglio che rivede gli avvenimenti politici principali della sua gioventù prima dell’incidente, percorrendo un corridoio che passa attraverso diverse porte.

Successivamente ci presenta la ex fidanzata col marito che parlano insieme della situazione stando seduti sul letto, mostrandoceli attraverso la porta della loro camera. E ancora, la prima volta in cui Giovanni vede sua figlia, la vedrà attraverso un vetro, mentre sta facendo un allenamento di free climbing.

Alla fine, Veltroni ci mostra l’ultima porta: Giovanni che, dopo essersi tuffato in un lago, riemerge sorridente accettando la sua nuova vita, come in una sorta di battesimo. È questo il suo nuovo inizio.

Il messaggio che emerge dal racconto, prima scritto poi visivo, sembra essere quello di uno sguardo nostalgico ad un passato superato, concluso, definitivamente terminato ma comunque innocente, legato alla propria gioventù, da dove Giovanni (un possibile alter ego di Veltroni) arriva – un diciottenne nel corpo di un cinquantenne – approdando ad un presente completamente estraneo ma che deve diventare la sua nuova realtà, la sua nuova vita. Tutto questo si può riassumere con “la vita va avanti” o “chi si ferma è perduto”: in sostanza, chi resta ancorato al passato muore. Giovanni sceglierà di vivere, deciderà, facendosi una ragione di quella vita perduta e si adeguerà al tempo che cambia.

Quello di Veltroni tenta – nonostante la malinconia – di essere uno sguardo lucido e disincantato, una riflessione da uomo maturo, sulla storia politica e sociale italiana degli ultimi quarant’anni.



Informazioni sulla pubblicazione

Testo inviato da Raimondo Banchetti
Raimondo Banchetti

Raimondo Banchetti

Laureato in lettere ad indirizzo storico-artistico, appassionato di musica, ha studiato diversi strumenti, sia a fiato che a corda.
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