“….questo è il bene dell’esser dimezzato: il capire d’ogni persona e cosa al mondo la pena che ognuno e ognuna ha per la propria incompletezza. Io ero intero e non capivo, e mi muovevo sordo e incomunicabile tra i dolori e le ferite seminati dovunque, là dove meno da intero uno osa credere…Ecco ora io ho una fraternità che prima, da intero, non conoscevo: quella con tutte le mutilazioni e le mancanze del mondo…” così scriveva Italo Calvino ne “Il Visconte dimezzato”, romanzo nel quale una palla di cannone divide il Visconte in due metà, una buona e una cattiva.
Questo il punto di partenza di Gaetano D’Amico, attore di teatro colpito da ictus tredici anni fa, che ha deciso di scrivere “Nel Mezzo”, liberamente ispirato al romanzo di Italo Calvino, utilizzando sapientemente l’ironia e, addirittura, la comicità, trasformandolo in uno spettacolo teatrale di cui è protagonista. Nel romanzo di Calvino, una palla di cannone divide il Visconte in due metà; ne “Nel Mezzo”, invece, è l’ictus ad aver provocato questa divisione, da un lato la parte “normale”, sana, dall’altra quella “malata”, plegica. Per Calvino, le due metà separate sono entrambe negative, solo riunendosi potranno tornare ad essere normali; l’obiettivo di Gaetano è lo stesso, far tornare a collaborare le due parti, con l’aiuto fondamentale della riabilitazione.
“Con questo testo si esprime non solo metaforicamente la demarcazione netta tra salute e malattia –dichiara Franco Groppali, Presidente di A.L.I.Ce. Lombardia Odv (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale- L’analogia tra il dimezzamento causato dall’ictus con quello provocato da una palla di cannone non è soltanto originale, ma anche acuta e coinvolgente sia per le persone disabili che per quelle normodotate: l’invalidità viene rappresentata nei suoi aspetti drammatici ma anche in quelli positivi che magari non ci si aspetta”.
Uno spettacolo di narrazione e di autobiografia, realizzato da un attore bravissimo che ad un certo punto della sua vita si è imbattuto in un’esperienza dolorosa, che ha voluto condividere con gli altri.
Affiancando e intrecciando ad una vicenda esemplare la sua vicenda personale, ha creato un’occasione unica per parlare dell’esperienza della malattia e della disabilità, con uno sguardo lucido e a volte spietato di chi non si rassegna alla condizione di “perdita”: la malattia, dunque, come occasione per offrire ai presunti sani un’occasione imperdibile di riflessione.
“Tutti noi combattiamo una battaglia ma siamo convinti di poter resistere ad ogni grave affronto, ad ogni pericolo. Ma può capitare che accada ciò che non ci aspettiamo, che una palla di cannone ci colpisca e ci dimezzi, rendendo metà del nostro corpo apparentemente inutilizzabile –afferma l’attore Gaetano D’Amico- Come si può vivere in questa situazione, in cui una metà di noi è efficiente e vuole continuare con la vita di sempre fatta di viaggi, lavoro, amici mentre l’altra non può più, rallenta, si ferma e chiede aiuto? Come cambia, in questa condizione, la nostra percezione del mondo, della vita, degli altri? Cosa vuol dire stare nel mondo dimezzato, in mezzo agli altri che si credono interi?”
L’ictus cerebrale, nel nostro Paese, rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie. Quasi 150.000 italiani ne vengono colpiti ogni anno e la metà dei superstiti rimane con problemi di disabilità anche grave. In Italia, le persone che hanno avuto un ictus e sono sopravvissute, con esiti più o meno invalidanti, sono oggi circa 1 milione, ma il fenomeno è in crescita sia perché si registra un invecchiamento progressivo della popolazione sia per il miglioramento delle terapie attualmente disponibili.
Lo spettacolo, promosso da A.L.I.Ce. Lombardia Odv e prodotto da Egumteatro con la regia di Annalisa Bianco, andrà in scena il prossimo 25 novembre alle ore 20.30 presso il Teatro Fontana di Milano, in replica sabato 26 novembre alle 19.30 e domenica 27 novembre alle ore 16.
Per informazioni e prenotazioni: biglietteria@teatrofontana.it tel 02 69015733