Tratto da “La sposa di Lammermoor” , romanzo storico di Walter Scott pubblicato nel 1819, è ambientato in Scozia durante il regno della regina Anna (1702-1714) e narra la relazione amorosa tra Lucy Ashton e Edgar Ravenswood, nemico della sua famiglia. Scott indicò che la trama si basava su fatti realmente accaduti. La sposa di Lammermoor e Una leggenda di Montrose vennero pubblicati insieme e formano la terza serie di Tales of my Landlord.
Da questo romanzo Salvadore Cammarano trasse il libretto per Lucia di Lammermoor, del 1835, di Gaetano Donizetti, costruendo un’opera dal tessuto compatto e drammatico, in cui vivono emozioni forti e contrastanti che attraversano libretto e partitura.
Donizetti fa affiorare di volta in volta gli “affetti” che si muovono negli animi dei personaggi e la diversità tra il mondo femminile di Lucia, costellato dal succedersi di diversi sentimenti, fino alla follia, e quello maschile, caratterizzato dalla sete di potere, distruzione e odio.
«L’ombra da Scott passò rapidamente a Donizetti, che cominciò a manifestare i primi sintomi di follia proprio mentre stava lavorando alla Lucia. Attraverso Donizetti è arrivata a Flaubert e alla sua Madame Bovary, la quale, dopo aver visto a teatro la Lucia di Lammermoor, diventa quasi pazza di desiderio per un giovane amante e imbocca una strada simile a quella di Lucia, che la porterà alla rovina»
Nelle pagine iniziali del capitolo XV della II parte di Madame Bovary, Gustave Flaubert inserisce la descrizione della rappresentazione della Lucia di Lammermoor, che facilita lo sviluppo della trama, «getta luce, retrospettivamente e potenzialmente, sul carattere della protagonista e ci presenta un commento critico dell’opera donizettiana.
Un capitolo fondamentale nel dramma di Emma Bovary/ Lucia, che si reca con il marito per la prima volta all’Opéra di Rouen, che diventa una guida nell’ascolto e visione dell’opera donizettiana.
La memoria e le immagini di Emma sono così descritte:
“All’angolo delle strade vicine, giganteschi manifesti ripetevano in caratteri barocchi: Lucia di Lammermoor… Lagardy… Opéra… ecc … Intanto si accesero le luci dell’orchestra. Il lampadario discese dal soffitto, riversando con lo scintillio delle sfaccettature del cristallo una subitanea gaiezza nella sala. Poi entrarono i musicisti, uno dopo l’altro, e da principio vi fu un gran baillamme di suoni, di bassi ronfanti, di violini stridenti, di squilli di trombe e di pigolii di flauti e pifferi. Si sentirono tre colpi sul palcoscenico, i timpani cominciarono a rullare, gli ottoni lanciarono degli accordi, e il sipario, alzandosi, mostrò un paesaggio.
Rappresentava un crocevia in un bosco, a sinistra una fontana era ombreggiata da una quercia. Alcuni contadini e alcuni signorotti di campagna con la caratteristica sciarpa scozzese sulla spalla, cantavano insieme una canzone di caccia; sopraggiunse un capitano che invocava l’angelo del male levando al cielo le braccia; comparve un altro personaggio; se ne andarono tutt’e due e i cacciatori ripresero a cantare.
Emma si risentiva immersa nell’atmosfera delle sue letture giovanili, in pieno Walter Scott. Le sembrava di sentire, attraverso la nebbia, il suono delle cornamuse scozzesi echeggiare sulle brughiere. Del resto, il ricordo del romanzo le facilitava la comprensione del libretto, ed Emma seguiva l’intreccio frase per frase mentre inafferrabili pensieri le tornavano alla mente, subito dispersi da raffiche di musica”…
Nella “Lucia di Lammermoor” di Macerata, come vista dalla regia di Jean-Louis Grinda, dominano rispetto dell’originale e fantasia del nuovo.
Se tutto richiama l’idea e l’ambiente originale (la Scozia) con la presenza della “scena della torre” e con la “scena della pazzia”, accompagnata dalla musica della glassarmonica, strumento unico, conosciuto anche come armonica a bicchieri, che Donizetti aveva previsto nella prima partitura dell’opera.
Strumento già ed in varie forme ” collegato” alla follia, la glassarmonica accompagna la perdita della ragione della protagonista. A suonare lo strumento, il tedesco Sascha Reckert.
Ma, assieme alla tradizione e all’originale ritrovato , ecco il “videomapping” che proietta le immagini sia a terra che sul muro dello Sferisterio, poi con la preziosità delle luci che accompagnano con grande forza scenica il dramma di Lucia: qui e nel suo intero sviluppo lo spettacolo porta sul palcoscenico dello Sferisterio un quadro vivente del Romanticismo letterario.
La regia dello spettacolo è di Jean-Louis Grinda, le scene di Rudy Sabounghi, i costumi di Jorge Jara, il video design di Étienne Guiol con la realizzazione di Malo Lacroix e le luci di Laurent Castaingt., per questo nuovo allestimento in coproduzione con le Chorégies d’Orange
Nel cast interpreti belcantisti di fama internazionale come Ruth Iniesta (Lucia), Dmitry Korchak (Edgardo) voci potenti e presenza scenica ottima, così come Davide Luciano (Enrico), Mirco Palazzo (Raimondo).
Completano il cast Paolo Antognetti (Arturo), Natalia Gavrilan (Alisa) e Gianluca Sorrentino (Normanno). In buca la FORM-Orchestra Filarmonica Marchigiana, il Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini” diretto da Martino Faggiani e la Banda Salvadei.
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Gaetano Donizetti
Lucia di Lammermoor
Dramma tragico in due parti e tre atti
Libretto di Salvadore Cammarano sul romanzo The Bride of Lammermoor di Walter Scott
In lingua originale con sopratitoli in italiano e in inglese.
Direttore Jordi Bernàcer
Regia Jean-Louis Grinda
Scene Rudy Sabounghi
Costumi Jorge Jara
Video design Étienne Guiol
Realizzazione video Malo Lacroix
Luci Laurent Castaingt
Assistente alla regia Vanessa D’Ayral de Serignac.
Lord Enrico Ashton Davide Luciano
Miss Lucia Ruth Iniesta
Sir Edgardo di Ravenswood Dmitry Korchak
Lord Arturo Bucklaw Paolo Antognetti
Raimondo Bidebent Mirco Palazzi
Alisa Natalia Gavrilan
Normanno Gianluca Sorrentino
FORM-Orchestra Filarmonica Marchigiana
Coro lirico marchigiano “Vincenzo Bellini”
Maestro del coro Martino Faggiani
Banda Salvadei
Nuovo allestimento in coproduzione con le Chorégies d’Orange.
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