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Le Sale Museali di Palazzo Bisaccioni a Jesi: opere d’arte antica e contemporanea

Opere d’Arte Antica, dal ‘500 al ‘700, con Francesco da Ponte, Guercino, Carlo Cignani (Cinque Sensi) e Giorgio Vasari, e Arte Contemporanea, con opere di artisti soprattutto jesini e marchigiani.
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Le Sale Museali di Palazzo Bisaccioni a Jesi: opere d’arte antica e contemporanea

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Opere d’Arte Antica, dal ‘500 al ‘700, con Francesco da Ponte, Guercino, Carlo Cignani (Cinque Sensi) e Giorgio Vasari, e Arte Contemporanea, con opere di artisti soprattutto jesini e marchigiani.

Palazzo Bisaccioni è ubicato nel cuore del centro storico e si affaccia su una delle piazze più belle di Jesi, Piazza Colocci. L’edificio, che sorge su una parte di muro dell’antico teatro romano, è stato più volte ristrutturato, fino a nascondere quasi del tutto l’impianto rinascimentale originario risalente al 1527, come ancora ricordano l’iscrizione sulla cornice di una finestra e il bel portale ornato da stipiti di pietra bianca.

Sin dal 1844, Palazzo Bisaccioni è stato la sede originaria della Cassa di Risparmio di Jesi. Attualmente ospita la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, che nasce nel 1992, a seguito della legge 218 del 1990, con la quale si è stabilito di separare l’attività operativa bancaria delle Casse di Risparmio dagli interventi di natura sociale e culturale a favore delle comunità locali.

La Quadreria della Fondazione è composta da Opere d’Arte Antica, dal ‘500 al ‘700 (si distinguono quelle di Francesco da Ponte, Guercino, Carlo Cignani e Giorgio Vasari), e dalla collezione d’Arte Contemporanea, che riunisce opere di artisti soprattutto jesini e marchigiani (tra i principali si citano Orfeo Tamburi, Edmondo Giuliani, De Carolis, Raul Batocco, Ezio Bartocci, Eugenio Azzocchi).

Sono inoltre esposte temporaneamente opere provenienti dall’ambito territoriale restaurate dalla Fondazione grazie ai continui investimenti in attività di conservazione del patrimonio.

Accanto alle sale di rappresentanza e alla sala convegni, sono custoditi l’Archivio Storico della Cassa di Risparmio di Jesi, che raccoglie la documentazione accumulata negli anni della sua attività creditizia, e la Biblioteca, dove sono raccolte e catalogate pregevoli pubblicazioni (tra cui libri d’arte, ristampe di antichi codici, mappe e riproduzioni), finanziate dalle Fondazioni e provenienti da tutta Italia. Il percorso prosegue nelle eleganti e funzionali sale riunioni e convegni che la Fondazione mette a disposizione della collettività.

Palazzo Bisaccioni è unico nel suo genere in quanto al suo interno è presente il Caveau, costruito negli anni ’50. E’ perfettamente conservato e riporta intatto il suo aspetto elegante ed imponente, capace di suscitare in chi lo visita sicurezza e timore allo stesso tempo. Non si può non restare affascinati davanti alla stanza blindata del Tesoro, alle cassette di sicurezza, alle casseforti d’epoca e ai passaggi segreti. Viene esposta inoltre la Collezione di monete e banconote della Repubblica, in un percorso pensato per bambini, ragazzi e per chiunque voglia avvicinarsi alla storia economica del nostro paese visitando un luogo unico e pieno di fascino, che è stato parte attiva in questa storia.

In mostra e, di assoluto rilievo, l’opera di Carlo Cignani (Bologna, 15 maggio 1628 – Forlì, 6 settembre 1719) ” Cinque Sensi” (foto all.), datata dopo il 1700 (ante 1719). Formatosi con Giovanni Battista del Cairo e con Francesco Albani, subì fortemente l’influenza di Annibale Carracci, del Correggio e, per la prospettiva da sotto in su nonché per l’uso del colore, delle opere di Melozzo da Forlì. Cignani, quindi, si inserì anche nella tradizione della scuola forlivese, al cui sviluppo contribuì col suo stesso lavoro. Dopo le opere giovanili, a Bologna, fortemente barocche, lavorò a Roma dal 1662 dove fu principe dell’Accademia di San Luca nel 1710. Dal 1665 fu attivo di nuovo a Bologna, poi a Parma (1678-1681) e infine a Forlì dove trascorse il suo ultimo periodo, anche per la realizzazione del suo grande capolavoro, l’affresco della cupola della cappella della Madonna del Fuoco nella Cattedrale. Nella Pinacoteca civica di Forlì, invece, si possono vedere la tela Incoronazione di Santa Rosa e un Autoritratto. Suo, ma probabilmente con l’aiuto del figlio Felice Cignani, è La Vergine e San Filippo Neri, nella stessa pinacoteca. Vi è poi L’Aurora che vola verso l’azzurro per portare al mondo la luce e la vita (1672-1674), nel palazzo Albicini, sempre a Forlì. L’Aurora “rappresenta al suo grado più alto il raffinatissimo idealismo formale” di Cignani, risultando così “una delle più belle invenzioni figurative dell’arte secentesca italiana. Appartiene a questo periodo il San Giovannino, “grande al naturale” per Mons. Rasponi, recentemente ritrovato sul mercato antiquario; prima dato per perduto, si trova ora in una collezione privata cesenate. Una delle ultime opere dell’artista emiliano fu la grande tela con la Natività della Vergine (1709), per la Cappella della Concezione nel Duomo di Urbino, su commissione di Papa Clemente X.

INFO
Palazzo Bisaccioni – Piazza Colocci, 4 JESI (AN)
Tel.: 0731 207523 – Fax: 0731 207683
Email: info@fondazionecrj.it

Orario: dal lunedì alla domenica, festivi inclusi 9.30-13, 15.30 -19.30.
Chiuso 1°Gennaio, 15 Agosto, 25 Dicembre.

Servizi: Biblioteca, Archivio, Sala conferenze, Sala proiezione audio/video, Sala/e studio e ricerca

L’ingresso e le visite guidate sono gratuiti.

Informazioni sulla pubblicazione

Testo inviato da Giancarlo Garoia
ID: 379995
Licenza di distribuzione:
Diana Millan

Diana Millan

Magistero in Scienze Religiose conseguito presso l'ISSR "Beato Niccolò Stenone" di Pisa, lavoro per comunicati-stampa.net e sono responsabile editoriale di LiquidArte.it. Appassionata di cinema e libri.
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