Dopo “II padre”, da cui Florian Zeller ha diretto il film (The Father”) dell’Oscar per la “migliore sceneggiatura adattata” , con Anthony Hopkins pure premio Oscar e dal quale va in scena ora anche uno spettacolo teatrale con protagonista Alessandro Haber, “Il figlio”, portato sullo schermo con protagonisti Hugh Jackman, Laura Dern, Vanessa Kirby, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2022 e a teatro con la regia di Piero Maccarinelli, protagonisti Cesare Bocci, Galatea Ranzi, Giulio Pranno, Marta Gastini, ecco ora, al Fabbri di Forlì, “La madre”, lo spettacolo teatrale che ha visto la prima nazionale del riallestimento nel febbraio scorso al Goldoni di Bagnacavallo, con Lunetta Savino e Andrea Renzi, Niccolò Ferrero, Chiarastella Sorrentino e la regia di Marcello Cotugno.
Una sfida importante come sottolinea in una intervista Lunetta Savino:
“L’esperienza mi ha insegnato che una prova impegnativa richiede approfondimenti, ma poi è solo andando in scena che si scopre qualcosa di nuovo. Il bello del teatro è anche questo…».
E così è: se pure la trama è semplice (come la coreografia, in bianco e nero, con porte aperte sul nulla) ma non così il tessuto di emozioni che che la compongono.
La madre di Florian Zeller esplora il tema del lento abbandono degli affetti di una donna, prima con il marito e poi con i figli. Questa madre si ritrova sola, abbandonata da tutti mentre cerca disperatamente di recuperare quei legami che ora vivono solo nei suoi ricordi.
In un vortice confuso tra allucinazioni e realtà, lo spettacolo si sviluppa nel racconto della sua “de-generazione”. Una donna che non riesce a prendere il posto che le spetta, che non si arrende ad essere lasciata, ma prova a recuperare il passato: allora spesso ricorda delle mattine, quando i figli erano piccoli, in cui si alzava prima per preparare la colazione e poi li portava a scuola.
Vive di passato, ma è proprio questo alla fine che non le permette di vivere serena, vorrebbe irrimediabilmente fermare il tempo, riprendersi suo figlio e rubarlo alla fidanzata. Ricorre ad ogni suo mezzo per riconquistarlo, prima facendo leva suoi sensi di colpa e poi “freudianamente” cercando di attirarlo. Punta ogni sua speranza su questo figlio, mentre si arrende con il marito, “ti ho già perso”, e con la figlia di cui, in fondo, rifugge essa stessa la compagnia. Questo figlio le ricorda il suo amore giovanile, quello ormai scomparso e che vorrebbe riafferrare. Proprio questo suo attaccamento morboso è ciò che la porta a perdere tutti piano piano. Viviamo con lei, arrivando all’ospedale in cui finisce, sola e ormai pazza, mentre non può far altro che sperare di morire per mano del figlio, solo perché come riteneva, lei aveva “amato troppo”.
Un’opera sull’amore materno per il figlio maschio, sul senso di colpa, sui legami familiari, ispirata a emozioni che conosciamo anche personalmente, perchè, spesso, parte di un passato lontano ma sempre presente.
La scelta musicale è accurata e segue il processo psicologico di Anna: da “Torna con me” di Gianni Maroccolo & Claudio Rocchi a “Cradles” di Fin Draper fino a “L’odore delle rose” di Francesco Bianconi:
“Tu certo ce la farai
a dare un senso alle cose
che sono dentro di te…”
Prosa – Teatro Comunale Diego Fabbri di Forlì – 2022/23
“La madre”
di Florian Zeller.
Con Lunetta Savino
e con Andrea Renzi, Niccolò Ferrero, Chiarastella Sorrentino.
Regia di Marcello Cotugno.
Produzione Compagnia Molière – Teatro di Napoli Teatro Nazionale e Accademia Perduta/Romagna Teatri.