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La Chiesa di San Michele in Borgo di Pisa

Una testimonianza millenaria di fede e cultura.
Chiesa di San Michele in Borgo
Foto di Lucarelli – Opera propria, CC BY-SA 3.0

La Chiesa di San Michele in Borgo di Pisa

Chiesa di San Michele in Borgo
Foto di Lucarelli – Opera propria, CC BY-SA 3.0
Una testimonianza millenaria di fede e cultura.

Mille anni or sono, subito fuori della porta Samuel, che si apriva sul lato orientale delle mura pisane, sorgeva una chiesa dedicata all’arcangelo Michele, che dipendeva dalla cattedrale. Questo luogo sacro, intorno al 1016, divenne sede di un monastero maschile grazie all’opera del monaco Bono, proveniente dall’abbazia emiliana di Nonantola. Egli fu chiamato in città dal senior Stefano e, a trent’anni dalla sua fondazione, Bono stesso descrisse le vicende della costruzione del complesso edilizio. Da un iniziale tugurio, la chiesa e il monastero si trasformarono in una struttura “tanto perfetta da non averne di migliore nell’intera marca” di Tuscia, come egli stesso annotò, accumulando un patrimonio di inestimabile valore.

Un evento fondamentale nella storia del monastero avvenne tra il 1105 e il 1111, quando passò all’Ordine Camaldolese, che si stava affermando nella regione per rispondere alle richieste di riforma promosse dai titolari della cattedra vescovile di Pisa.

Il monastero di San Michele in Borgo giocò un ruolo chiave nello sviluppo del suburbio orientale, il primo a espandersi oltre le mura della città, e nell’organizzazione pastorale della popolazione in rapida crescita. Questo è testimoniato dalle dipendenze ecclesiastiche che si trovavano in un’ampia area circostante. Tra queste, vi erano la chiesa di San Lorenzo alla Rivolta, situata all’inizio di via San Lorenzo, a cui era annesso un ospedale (1089); Santa Cecilia, fondata nel 1102; e San Jacopo di Mercato, conosciuta dal 1176, i cui resti sono ancora visibili all’angolo tra via Rigattieri e via Sant’Jacopino. L’influenza di San Michele si estendeva anche nel territorio circostante, dove l’ente possedeva diritti sulla chiesa di San Cristoforo di Colignola e acquisì nel 1215 il giovane eremo dei Santi Verano e Jacopo di Calci, nella località attuale di San Bernardo.

Tra la fine del XII secolo e l’inizio del XIII secolo, il fiorente monastero provvide alla ricostruzione e all’ampliamento della chiesa abbaziale, l’unica dotata di una cripta. Nel corso dei secoli successivi, il monastero mantenne una vivace attività spirituale e culturale, diventando un punto di riferimento per l’Università di Pisa a partire dal Cinquecento. Qui venivano celebrati i riti religiosi dell’Università e si svolgevano importanti eventi, come il giuramento del corpo accademico, come attestano ancora oggi le iscrizioni presenti sulla facciata della chiesa, che esaltano la vita degli studenti.

Nella prima metà del Settecento, l’abate Guido Grandi (1672-1742), illustre matematico e uomo di vasta cultura, fu insegnante presso lo Studio pisano e promotore di una ricca biblioteca monastica. Dopo la soppressione dell’ente, questa biblioteca costituì il nucleo principale della Biblioteca Universitaria di Pisa, testimonianza tangibile dell’importanza culturale del monastero di San Michele.

Nel 1782, il monastero di San Michele fu soppresso, ma l’anno successivo la chiesa divenne una prioria, mantenendo così la sua funzione di luogo di culto. Tuttavia, il complesso monastico subì gravi danni a causa del terremoto del 1846 e degli eventi bellici della Seconda Guerra Mondiale. La chiesa, sebbene restaurata nel 1963, ha subito alcune modifiche significative nel corso dei secoli.

Oggi, la chiesa di San Michele in Borgo rappresenta una testimonianza millenaria di fede e cultura nella città di Pisa. La sua storia affascinante abbraccia l’evoluzione dell’insediamento urbano, l’organizzazione pastorale e l’importanza culturale che ha avuto nel corso dei secoli. Nonostante le vicissitudini subite nel corso del tempo, la chiesa continua a essere un luogo di preghiera e riflessione per i fedeli, nonché una meta di interesse storico e culturale per i visitatori che desiderano scoprire le radici profonde della città di Pisa.

L’interno, l’esterno e le opere d’arte

La Chiesa di San Michele in Borgo di Pisa si distingue per la sua suggestiva facciata, che mescola elementi di stile romanico pisano con influenze gotiche. La parte inferiore della facciata risale al XIII secolo, mentre quella superiore, con loggette, è del XIV secolo. Un elemento di rilievo è il tabernacolo con la rappresentazione della Madonna col Bambino, angeli e l’abate offerente di Lupo di Francesco, sebbene l’originale sia conservato presso il Museo di San Matteo, mentre sulla facciata sono presenti scritte seicentesche relative all’elezione del rettore dell’Università.

L’interno della chiesa, sebbene rimaneggiato nel corso dei secoli, presenta una struttura monumentale con tre navate e otto campate. La navata centrale è coperta da capriate, mentre le navate laterali hanno sostituito le capriate originali con altre coperture nel corso dei secoli successivi. Le otto arcate a tutto sesto delimitano la navata centrale, mentre la quinta colonna è stata sostituita da un sottile pilastro a base quadrata per consentire l’innalzamento della zona sotto l’altare, che poggia sulla cripta risalente all’XI-XII secolo.

All’interno, si conservano diverse opere d’arte. Tra queste, un Crocifisso in marmo attribuito a Nino Pisano (XIV secolo) è collocato sull’altare sinistro. L’altare maggiore, in marmo policromo del Settecento, presenta una mediocre opera di Baccio Lomi raffigurante la Madonna col Bambino e Santi (1573). Sulle pareti laterali sono presenti dipinti minori, come la Concezione tra Sant’Anna e San Gioacchino di Matteo Rosselli (1627), le Quattro Virtù Cardinali di Aurelio Lomi (1605), la Presentazione al Tempio sempre di Aurelio Lomi (1611), il Risposo della Santa Famiglia di Giuseppe Melani (1733) e il San Michele Arcangelo, attribuito alla scuola di Aurelio Lomi (1651). Sono presenti anche alcuni affreschi del XIII secolo, tra cui il suggestivo Affresco di San Michele situato su una lunetta in controfacciata. Altre opere d’arte all’interno della chiesa risalgono a epoche più recenti, a partire dal XVIII secolo.

È importante menzionare che i cinque sarcofagi romani originariamente presenti all’interno della chiesa sono stati successivamente trasferiti nel Camposanto Monumentale. I frammenti del pulpito trecentesco, attribuito da alcuni ad Andrea Pisano, sono invece conservati nel Museo Nazionale di San Matteo.

Una caratteristica interessante della Chiesa di San Michele in Borgo è la cripta situata al di sotto del presbiterio. La cripta presenta volte a crociera e capitelli romani, nonché affreschi raffiguranti animali fantastici come l’ippogrifo, il leone, l’aquila e il cavallo alato marino. Questa cripta è stata descritta in dettaglio per la prima volta nel 1791 da Alessandro da Morrona, uno storico e illustratore pisano, nella sua opera “Pisa Illustrata”. Tuttavia, purtroppo, la cripta è ormai allagata da anni e non accessibile al pubblico attraverso un’apertura sul retro dell’abside della chiesa.

Da menzionare anche il chiostro e il monastero benedettino, che un tempo erano adiacenti alla chiesa. Purtroppo, a causa dei bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale o di successivi abbattimenti, entrambe le strutture sono state distrutte. Al loro posto è stato avviato un progetto di costruzione del complesso noto come Mattonaia, su progetto dell’architetto Massimo Carmassi. I lavori di costruzione del complesso Mattonaia sono iniziati nel 1986, ma non sono ancora stati completati.

Nonostante le modifiche e le perdite subite nel corso dei secoli, la Chiesa di San Michele in Borgo di Pisa continua a essere un luogo di grande interesse storico, artistico e culturale. La sua facciata affascinante, l’interno monumentale e le opere d’arte conservate al suo interno testimoniano la sua importanza nel panorama artistico e religioso della città di Pisa.

DOVE SI TROVA
Parrocchia di San Michele in Borgo
Borgo Stretto, 10 – 56127 Pisa (PI)

Per maggiori informazioni e foto dettagliate è disponibile il sito ufficiale al seguente link:

Informazioni sulla pubblicazione

Foto di Lucarelli – Opera propria, CC BY-SA 3.0
Emiliano Cecchi

Emiliano Cecchi

Web Designer per la PuntoWeb.Net sas, mi occupo anche di editoria online sin dal lontano 1996. Già ideatore e curatore di vari portali, sono il co-founder di LiquidArte.it dove svolgo anche il ruolo di content manager. Sono appassionato di storia e di tutto quanto può accrescere la mia cultura.
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