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La Chiesa di San Frediano a Pisa

La chiesa di San Frediano è un luogo di culto cattolico di Pisa, situato nell’omonima piazza; dal 1999 è la chiesa universitaria della città. Scopriamola dal punto di vista storico, artistico e architettonico.
Pisa - Chiesa di San Frediano
Pisa – Chiesa di San Frediano. Foto di Luca Aless – Opera propria, CC BY-SA 3.0

La Chiesa di San Frediano a Pisa

Pisa - Chiesa di San Frediano
Pisa – Chiesa di San Frediano. Foto di Luca Aless – Opera propria, CC BY-SA 3.0
La chiesa di San Frediano è un luogo di culto cattolico di Pisa, situato nell’omonima piazza; dal 1999 è la chiesa universitaria della città. Scopriamola dal punto di vista storico, artistico e architettonico.

La Chiesa di San Frediano è un’antica chiesa situata a Pisa, in Italia, che ha una storia ricca di cambiamenti e restauri nel corso dei secoli. Risalente al 1061, la chiesa era inizialmente dedicata a San Frediano e a San Martino di Tours, e aveva anche annesso un ospedale per l’accoglienza dei pellegrini e dei bisognosi.

Dal 1076 al 1561, la chiesa fu gestita dai monaci camaldolesi, i quali costruirono il monastero adiacente. Durante il loro periodo di amministrazione, la chiesa fu completamente ricostruita tra la fine dell’XI secolo e l’inizio del XII secolo, seguendo lo stile romanico-pisano dell’epoca.

Successivamente, nel 1561, i Cavalieri di Santo Stefano presero il controllo della chiesa fino al 1594, quando furono sostituiti dai chierici regolari di San Paolo, noti anche come Barnabiti, i quali rimasero a San Frediano fino al 1783. Nel 1589, i Barnabiti eseguirono importanti lavori di ristrutturazione sia all’esterno che all’interno della chiesa. Furono apportate numerose modifiche, inclusa l’apposizione dello stemma dell’Ordine di Santo Stefano sulla facciata. I Barnabiti si dedicarono anche all’educazione dei giovani pisani. Nel 1675, a seguito di un incendio, la volta della navata centrale e l’abside furono ricostruiti in stile barocco.

Nel 1784, la chiesa divenne una parrocchia, inglobando i territori delle chiese della Madonna dei Galletti e dei Santi Felice e Regolo. Dal 1999, è diventata una chiesa universitaria, affidata alla Compagnia di Gesù.

Nel corso del XX secolo, la Chiesa di San Frediano ha subito due importanti restauri. Il primo, nel 1921, ha comportato l’organizzazione delle cappelle laterali, mentre il secondo, completato nel 1964, ha ripristinato le forme romaniche originali della chiesa. Nel 2001-2003, è stato eseguito un restauro conservativo sia all’interno che all’esterno su progetto di Alessandro Baldassari. Successivamente, tra il 2006 e il 2008, è stata realizzata l’attuale area presbiterale.

Dal punto di vista architettonico, la Chiesa di San Frediano presenta una facciata a salienti con decorazioni tipiche dell’architettura pisana dell’epoca. Sono presenti arcate cieche, losanghe e bicromia, che furono introdotte da Buscheto sulle fiancate della cattedrale di Pisa. Il portale principale è caratterizzato da un’architrave romana del IV secolo opportunamente adattata. Accanto al portale si trova un’iscrizione apotropaica dell’VIII secolo circa. In posizione arretrata si erge la torre campanaria, probabilmente risalente al XIII secolo con successiva soperazione.

L’interno della chiesa è strutturato come una basilica a tre navate e otto campate, con archi a tutto sesto sorretti da colonne e capitelli marmorei in stile corinzio risalenti all’epoca romanica, tra l’XI e il XII secolo.

Lungo le navate laterali si aprono otto cappelle. La prima a sinistra, commissionata dalla famiglia Pesciolini nel 1607 e progettata da Giovanni Ambrogio Mazenta dei Barnabiti, ospita un Crocifisso sagomato e dipinto risalente alla metà del XII secolo, nonché alcune tele di Ventura Salimbeni raffiguranti episodi tratti dalla Legenda Aurea, come “L’Invenzione della Croce” e “Eraclio che riporta a Gerusalemme la Croce”, e l’Esaltazione della Croce affrescata sulla volta. La seconda cappella è dedicata ai santi martiri Lorenzo e Gaetano, con un altare realizzato da Giovan Battista Stagi nel 1652.

La terza cappella, originariamente intitolata a San Carlo Borromeo ma ora dedicata alla Madonna di Lourdes, contiene altre due tele di Salimbeni: “L’Annunciazione” e “L’Adorazione dei Pastori”, entrambe realizzate intorno al 1607. Lungo le pareti della navata di sinistra si trovano due quadri di Ranieri Borghetti raffiguranti rispettivamente i Santi Paolo e Bartolomeo e San Paolo in gloria, entrambi risalenti alla prima metà del XVII secolo.

La prima cappella a destra ospita il fonte battesimale di Mario Bertini del 1953, realizzato in porfido rosso. Segue la Cappella del Cuore Immacolato di Maria, che contiene una statua lignea dipinta policroma della Madonna, databile alla fine del XVII secolo o agli inizi del successivo. La terza cappella, sotto la quale si trovano le spoglie mortali del beato Bartolomeo Aiutamicristo, è dedicata a San Francesco ed è stata costruita nel 1608 da Gino di Stoldo Lorenzi. Lungo le pareti della navata destra si trovano due dipinti: “L’Adorazione dei Magi” di Aurelio Lomi, datato 1604, e “San Carlo Borromeo in preghiera davanti alla Madonna” di Clemente Bocciardo, realizzato tra il 1639 e il 1658.

Sulle pareti delle due navate si trovano quattro confessionali in pietra, mentre al centro della navata laterale destra si trova l’imponente monumento funebre di Giovanni Battista Ruschi, risalente al 1753.

Alla fine delle navate minori, ai lati dell’abside, si aprono altre due cappelle. Quella di destra è dedicata a San Paolo apostolo e presenta una tela seicentesca di ambito pisano raffigurante la Madonna col Bambino tra i santi Michele e Agostino. Quella di sinistra è dedicata a santa Brigida di Svezia e ospita un altare con una pala raffigurante Santa Brigida tentata dal demonio, realizzata da Alessandro Tiarini intorno al 1610. Sempre nella stessa cappella, lungo le pareti laterali, si trovano due dipinti di Tiarini: a sinistra, Santa Brigida che accoglie una novizia, e a destra, un Miracolo presso la tomba di Santa Brigida, entrambi realizzati intorno al 1607. L’affresco sulla cupola, raffigurante Dio Padre in gloria tra angeli, è opera di Rutilio Manetti e risale al 1612.

La navata centrale, coperta da una volta a botte del XVII secolo, termina con un’abside quadrangolare sormontata da un arco a tutto sesto sorretto da lesene corinzie. Nella parete di fondo dell’abside si apre una finestra a lunetta che illumina l’area. L’altare maggiore, realizzato nel 1772 su progetto di Giovanni Battista Tempesti, è costituito da marmi policromi ed è coronato da un Crocifisso ligneo scolpito da Giuseppe Giacobbi nel XVII secolo. Dietro di esso si trovano gli stalli lignei del coro, scolpiti da Cosimo Arrighi nel 1570 per la chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri e successivamente trasferiti qui nel XIX secolo. Sopra gli stalli, sulla cantoria, si trova l’organo a canne costruito dalla Agati-Tronci nel 1910 e concesso alla chiesa negli anni ’50.

Nel corso del XX secolo, la Chiesa di San Frediano è stata oggetto di due importanti restauri. Il primo, nel 1921, ha comportato il riordino delle cappelle laterali, mentre il secondo, concluso nel 1964, si è concentrato sul ripristino delle forme romaniche originarie. Quest’ultimo restauro è stato celebrato con la riconsacrazione della chiesa da parte dell’arcivescovo di Pisa, Ugo Camozzo, il 9 febbraio dello stesso anno.

Più recentemente, tra il 2001 e il 2003, è stato effettuato un restauro conservativo sia dell’interno che dell’esterno della chiesa, su progetto di Alessandro Baldassari. Inoltre, tra il 2006 e il 2008, Baldassari ha curato la realizzazione dell’attuale area presbiterale.

Oggi, la Chiesa di San Frediano a Pisa svolge il ruolo di chiesa universitaria ed è affidata alla Compagnia di Gesù. Attraverso la sua storia millenaria, l’imponente edificio testimonia l’evoluzione dell’architettura romanica e conserva preziose opere d’arte che rappresentano un patrimonio culturale di grande valore per la città di Pisa.



Informazioni sulla pubblicazione

Pisa – Chiesa di San Frediano. Foto di Luca Aless – Opera propria, CC BY-SA 3.0
Emiliano Cecchi

Emiliano Cecchi

Web Designer per la PuntoWeb.Net sas, mi occupo anche di editoria online sin dal lontano 1996. Già ideatore e curatore di vari portali, sono il co-founder di LiquidArte.it dove svolgo anche il ruolo di content manager. Sono appassionato di storia e di tutto quanto può accrescere la mia cultura.
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