Informazione creata ad arte (e cultura)

“Il perpetuo presente del Gutai”. Opere di Yasuo Sumi e Loco

da Jonathan Sisco
Foto
In mostra quattordici dipinti del maestro Yasuo Sumi e dell’artista Loco, rappresentanti l’avanguardia giapponese del Gutai dagli anni Cinquanta agli anni Duemila

Dal 16 ottobre al 22 novembre, allo Spazio arte del Mori, sarà aperta al pubblico la mostra “Il perpetuo presente del Gutai” che presenta la pittura Gutai attraverso un percorso di quattordici opere pittoriche di Yasuo Sumi, uno dei maestri fondatori del grande movimento Gutai, e della pittrice e performer giapponese Loco che fra anni Novanta e anni Duemila ha raccolto e rinnovato il linguaggio della prima vera avanguardia artistica giapponese.

Nella mostra sono esposte alcune rare opere di Sumi degli anni Cinquanta, contornate da altri dipinti originali, su tela e su carta, realizzati dagli artisti nei decenni successivi. Il maestro Yasuo Sumi, nato nel 1925 e scomparso nel 2015, è tra i membri fondatori del Gutai fin dal 1954. Loco è un’artista giapponese nata nel 1976 che fin dagli anni Novanta è considerata una delle più importanti allieve del maestro Shozo Shimamoto.

Arte concreta e informale, il Gutai è uno dei movimenti artistici più significativi della seconda metà del Novecento tanto da venire spesso affiancato al movimento, di poco precedente, dell’Action painting americana. Il Gutai, fra anni Cinquanta e Sessanta, segnò l’ingresso dell’arte giapponese sulla scena dell’arte contemporanea. Il Gutai fu un’associazione di artisti che con spirito libero e spesso divertito si dedicò alla sperimentazione dei linguaggi artistici non figurativi con particolare attenzione alla performance, all’happening, all’arte concettuale, al coinvolgimento del pubblico nella creazione artistica e all’impiego di tecniche e strumenti anomali per realizzare dipinti di tendenza informale che sono concrezioni di colori e di materie sulla tela.

Gli artisti Gutai sono stati diverse volte presenti alla Biennale di Venezia e in particolare Yasuo Sumi fu protagonista di una spettacolare performance veneziana organizzata come evento collaterale della Biennale del 2009. Lavorando all’aperto, sul pavimento del Campo dei Mori, davanti a un numeroso pubblico, Sumi realizzò una serie di opere su carta utilizzando le sue particolari tecniche creative che prevedono l’uso di ombrelli, pettini e altri strumenti anomali. Il dipinto “Homage to Venice”, presente nella mostra, conserva memoria di quell’evento.

L’esposizione si svolge negli ambienti dello Spazio arte dei Mori, in uno dei campi più affascinanti del sestiere di Cannaregio, a pochi passi dalla basilica della Madonna dell’Orto e dalla casa natale del Tintoretto.

Spazio arte dei Mori (Campo dei Mori, Cannaregio 3384/B, Venezia).

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
WhatsApp
Telegram
Stampa

Informazioni sulla pubblicazione

Testo inviato da Jonathan Sisco
ID: 367367
Licenza di distribuzione:
Diana Millan

Diana Millan

Magistero in Scienze Religiose conseguito presso l'ISSR "Beato Niccolò Stenone" di Pisa, lavoro per comunicati-stampa.net e sono responsabile editoriale di LiquidArte.it. Appassionata di cinema e libri.
My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.