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Giuseppe Caprotti: “Ecco la vera storia di Esselunga, da Rockefeller alla morte di mio padre”

Il primogenito di Bernardo Caprotti, scomparso nel 2016, apre le porte della storica villa e degli archivi di famiglia, per raccontare 300 anni di storia della nota dinastia milanese, in un libro intitolato “Le ossa dei Caprotti, una storia italiana”. Tra Garibaldi, la Cia ed Esselunga, il racconto ben documentato della famiglia che ha rivoluzionato per sempre le abitudini degli italiani. Edito da Feltrinelli, 2023.
fonte  giuseppecaprotti.it
Photo credits: fonte giuseppecaprotti.it

Giuseppe Caprotti: “Ecco la vera storia di Esselunga, da Rockefeller alla morte di mio padre”

fonte  giuseppecaprotti.it
Photo credits: fonte giuseppecaprotti.it
Il primogenito di Bernardo Caprotti, scomparso nel 2016, apre le porte della storica villa e degli archivi di famiglia, per raccontare 300 anni di storia della nota dinastia milanese, in un libro intitolato “Le ossa dei Caprotti, una storia italiana”. Tra Garibaldi, la Cia ed Esselunga, il racconto ben documentato della famiglia che ha rivoluzionato per sempre le abitudini degli italiani. Edito da Feltrinelli, 2023.

“Bernardo Caprotti non è stato l’artefice della nascita di Esselunga. L’azienda è stata fondata da un gruppo di manager americani capitanati da Nelson Rockefeller, consigliato a sua volta dalla Cia. Bernardo contribuisce in modo determinante alla crescita di Esselunga, ma solo in un secondo momento. E con il tempo, metterà in ombra tutti coloro che l’hanno resa grande con lui: soci, figli e altri famigliari”.

Per la prima volta Giuseppe Caprotti, primogenito di Bernardo, allontanato dall’azienda nel 2004, dopo molti anni di silenzio si espone e dice la sua verità nel libro ‘Le ossa dei Caprotti’. Così scrive l’agenzia AdnKronos. Lo scritto di Giuseppe Caprotti apparso su X già Twitter.

Edito da Feltrinelli, il testo offre un ritratto inedito del padre di Giuseppe, un uomo verso il quale, da un lato, l’autore è molto riconoscente per il bene ricevuto in termini di educazione, orizzonti e benessere economico. Ma al quale, al tempo stesso, imputa non solo la perdita di una parte della propria vita, ma anche di un pezzo di identità, sia come uomo che come manager, capace di dare un importante contributo allo sviluppo del colosso della grande distribuzione.

Il volume, tuttavia, non è solo questo. È anche la storia di una grande famiglia che dalla Brianza crea un impero imprenditoriale. Non un libro di attualità, né un pamphlet o tantomeno un romanzo, bensì un saggio storico sui Caprotti, ricco e ben documentato. L’autore lo fa usando la forza dei fatti, attraverso i quali ripercorre le vicende familiari e imprenditoriali dei suoi antenati che hanno inizio oltre 300 anni fa.

“Le ossa dei Caprotti” deve il suo titolo alla passione-ossessione di Bernardo per ossa e cimiteri, al punto che spesso la domenica portava i figli nella chiesa di San Bernardino alle Ossa a Milano, il cui santuario è decorato con ossa e teschi di molti secoli, dal Duecento in poi. Il libro si snoda in un racconto brillante, denso di visioni imprenditoriali, documenti storici, ricordi personali e conflitti laceranti. Con notizie e informazioni inedite. Non mancano neppure storie surreali, come i pranzi di Natale durante i quali Bernardo preferiva ai cori natalizi i discorsi del Duce, e non certo per una vena nostalgica, quanto per stupire e provocare. O come la richiesta, avanzata da Bernardo, di una perizia psichiatrica per il figlio Giuseppe.

Protagonisti della prima rivoluzione industriale, i Caprotti passano dall’essere proprietari agricoli a diventare mercanti-imprenditori, con la produzione dei tessuti filati nelle case dei mezzadri e dei braccianti che lavorano sui loro terreni. Nel 1840 nasce la ditta Bernardo Caprotti di Giuseppe, che dispone di macchinari per la preparazione di filato di cotone. L’espansione è tale che nel 1866 conterà 1500 operai a Carate, Albiate, Giussano, Verano, Paina, Seveso e Cabiate. Nel corso dell’800 si arriva poi alla fabbrica accentrata, ad Albiate, ma anche a Macherio. Così i Caprotti sono diventati degli industriali.
Un secolo dopo è il nonno Giuseppe Caprotti, detto Peppino, che, forte dei finanziamenti americani del piano Marshall e delle sue capacità, fa la fortuna della famiglia.

La storia, narrata attraverso testimonianze e documenti inediti, di una famiglia e di un successo che ha attraversato più di due secoli.

Le ossa dei Caprotti – Una storia italiana
di Guseppe Caprotti

Lombardia, prima metà dell’Ottocento. I Caprotti, proprietari terrieri, si affacciano all’industria del cotone e con le ricchezze presto accumulate si fanno largo nella società dell’epoca. Sono tra i finanziatori della spedizione dei Mille, si spingono fino in Sud America, sostengono gli esploratori che si avventurano nella penisola arabica e nel Corno d’Africa. La culla dei loro affari è la piccola Albiate, in Brianza, dove lo stabilimento tessile dista poche centinaia di metri dalla dimora familiare, ma la sfera dei loro interessi si allarga sempre più. Nutrono ambizioni politiche e aderiscono al Partito repubblicano, una scelta che nel Regno d’Italia può costare cara.
Tra successi e fallimenti, la svolta per la famiglia arriva alla fine degli anni Cinquanta con Rockefeller e la prima catena di supermercati in Italia, che per gli americani è un’avventura economica ma anche un’arma formidabile di propaganda anticomunista. Nel primo supermarket di Milano Rockefeller offre pinne di pescecane, come titola un giornale del tempo: l’abbondanza di prodotti e le prelibatezze esotiche in vendita affascinano gli italiani. È un successo straordinario e consolida la fortuna della famiglia Caprotti, che nel frattempo ha acquisito la quota di maggioranza dell’azienda.
Giuseppe Caprotti ricostruisce la storia di una famiglia che ha attraversato più di due secoli. Regala al lettore i ritratti di donne e di uomini dai sentimenti intensi, passando dall’Italia del fascismo a quella del boom economico. Ma racconta anche l’adolescenza passata in un collegio svizzero, lontano da una Milano violenta e dai rischi di rapimento, e i rancori che avvelenano gli animi tra parenti e travolgono per sempre il sogno di restare uniti “come i moschettieri di Dumas”, fino alla rottura e ai fatti rovinosi che ne sono seguiti, narrati qui attraverso testimonianze e documenti inediti.

Informazioni sulla pubblicazione

Testo inviato da: Mariella Belloni
ID: 385398
Licenza di distribuzione:
Diana Millan

Diana Millan

Magistero in Scienze Religiose conseguito presso l'ISSR "Beato Niccolò Stenone" di Pisa, lavoro per comunicati-stampa.net e sono responsabile editoriale di LiquidArte.it. Appassionata di cinema e libri.
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