In questi giorni è uscito “Sorrowful Soil” (suolo o terra di dolore), nuovo singolo per l’iconica artista islandese Björk. Il brano è estratto dall’ultimo album “Fossora“, l’undicesimo dell’artista di Reykjavík. Sostenuta esclusivamente da una linea di basso e dal coro islandese Hamrahlid, “Sorrowful Soil” è accreditata come l’elogio col canto che Björk (diventata recentemente nonna) rivolge alla madre Hildur Rúna, attivista ambientale morta nel 2018. Il video è una semplice ripresa video da cellulare con cui si immortala la colata lavica diffusa ed incandescente del vulcano Fagradalsfjall, nei pressi della capitale islandese.
L’album “Fossora”.
Il significato del termine “Fossora” è legato alla morte. Il fossore è infatti la persona addetta a scavare le fosse sepolcrali. L’album è parzialmente ispirato alla morte della madre, avvenuta nel 2018. Nell’album precedente, l’artista sperimentale islandese aveva immaginato un mondo al di là del nostro, mettendo in contrasto immagini eteree, una produzione più soft del solito con le crescenti preoccupazioni per lo stato dell’ambiente e il persistente dolore per il divorzio. In “Fossora” Björk si occupa invece con preoccupazione dei problemi ricorrenti e più impellenti di questo complicato periodo storico, dal decadimento dell’ambiente, che lei vede dall’osservatorio privilegiato della sua Islanda, in tutto il suo splendore eppure anch’essa non risparmiata dalle nefande conseguenze dei cambiamenti climatici, sino a meditare sull’effetto debilitante che questa situazione provoca sulle nostre relazioni: non ci prendiamo cura del nostro pianeta, sembra suggerire, perché non ci preoccupiamo di noi stessi e degli altri.