Casa Editrice: Abrabooks Editore
Collana: Saggistica
Genere: Saggio/sport
Pagine: 380
Prezzo: 42,00 €
«Lo stereotipo del “gentil sesso” ha influito molto negativamente sul genere femminile, relegandolo in un ghetto che a volte è parso senza via d’uscita. Le donne sono state ritenute sempre creature deboli, fragili fisicamente e psicologicamente, come di vetro, vulnerabili, emotive, incapaci di affrontare sforzi e impegni fisici come di sopportare lo stress che l’esercizio sportivo comporta, e addirittura troppo deboli mentalmente per poter accettare una eventuale sconfitta. Tutti tabù, creati dal sesso maschile per conservare il monopolio di predominio, destinati poi a cadere perché il tempo ha reso giustizia alle donne, che hanno dimostrato di essere il contrario dell’etichetta sotto cui le si era volute incasellare»: in queste parole è condensato il pensiero di Florindo Di Monaco, autore del saggio che intreccia sport e femminismo “Atlete. La storia dello sport femminile. Vol. 1: Dalle origini agli anni Sessanta”. In questo primo volume si narra la storia dello sport femminile partendo dagli albori, andando anche ad analizzare il ruolo delle donne nella mitologia classica; nell’immaginario greco, ad esempio, vi era Atalanta, che aveva la caccia nel sangue e che sarebbe stata invincibile se non si fossero messi in mezzo due uomini: il padre la vuole infatti maritare ma lei non vuole, perché le è stato predetto da un oracolo che in quel caso perderà tutta la sua abilità e diventerà una donna come le altre. Dato che si ritiene, a ragione, imbattibile, Atalanta promette al padre che prenderà marito solo se qualcuno riuscirà a batterla nella corsa; purtroppo per lei, Ippomene fa cadere tre mele d’oro durante la gara: la nostra eroina non riesce a non fermarsi per raccoglierle, non vince la competizione ed è costretta a sposarsi, perdendo il suo talento. Con l’inganno, quindi, Ippomene riesce a “domare” la natura ribelle e potente di Atalanta; una bellissima metafora per raccontare come le donne, nel corso del tempo, siano state limitate dalla volontà maschile, soprattutto negli sport. Ciò però non ha fermato il coraggio femminile: sempre rimanendo in tempi antichi, l’autore menziona la vichinga Lagertha, una straordinaria figura ricordata anche in una recente serie televisiva, valorosissima sul campo di battaglia tanto che arrivò a regnare da sola sulla Norvegia. Nel saggio si analizzano poi, secolo dopo secolo, le donne che hanno segnato più o meno intensamente la storia dello sport femminile, andando a prendere in esame ogni sport e focalizzandosi, a partire dal 1896, soprattutto sulle competizioni legate alle Olimpiadi, «il migliore osservatorio per valutare l’indipendenza e l’affermazione delle donne nel panorama sportivo».
Contatti