Alessandro Benetton: “Fin da piccolo ho sempre voluto essere indipendente. Nel mio libro spazio a emozioni e fallimenti”.
Alessandro Benetton: “La Traiettoria”, un’autobiografia che parla alle nuove generazioni
Una vita perennemente proiettata al futuro, la forte convinzione di voler essere indipendente e la decisione di intraprendere una carriera lontana dagli affari di famiglia. Alla soglia dei 50 anni Alessandro Benetton si accorge di non aver dato al passato la giusta importanza e, partendo da alcuni vecchi temi scritti da bambino, inizia a tenere una sorta di diario personale. È il primo passo che porterà alla pubblicazione de “La Traiettoria”, l’autobiografia edita da Mondadori e disponibile dalla scorsa primavera. Un volume nato grazie a e per le nuove generazioni. L’imprenditore ne ha parlato in uno degli episodi di “Passa dal BSMT”, il podcast ideato e condotto da Gianluca Gazzoli. “Nel raccontare la mia storia personale ho pensato di dover essere generoso non solo nei dettagli – ha spiegato l’imprenditore – ma anche descrivendo le emozioni che ho provato. Ho raccontato con trasparenza anche i momenti di paura e di insicurezza, e soprattutto i fallimenti: troppo volte i grandi si dimenticano di come si sentivano da giovani”. Ampio spazio viene dato ai rapporti familiari e alle difficoltà legate ad un cognome importante: “Da mio padre, orfano fin da giovane, ho imparato il senso etico del lavoro, delle responsabilità e dell’autosufficienza. Con il suo affetto mia madre ha fatto da collante. Ma con un denominatore comune – precisa Alessandro Benetton – ossia che fin da piccolo avrei dovuto conquistarmi quello di cui avevo bisogno e soprattutto essere indipendente”.
Alessandro Benetton: “I social mi hanno cambiato la vita. Ai giovani dico: non abbiate paura dei fallimenti”
Un’indipendenza che si rifletterà anche nelle scelte professionali, con Alessandro Benetton che forte dell’esperienza in Goldman Sachs e del Master ad Harvard decide di allontanarsi dalle attività di famiglia e dedicarsi alla sua 21 Invest. Sempre in controtendenza la decisione di comunicare attraverso i social e in particolare Youtube: “Quando ho incominciato tutti quelli che si occupavano della mia comunicazione reputavano che non fosse professionale e che avrei potuto essere oggetto di critiche. Ovviamente davo per scontato che mi sarei trovato ad affrontare una salita fatta di pregiudizi basati sulla mia esperienza e sui miei privilegi. I social mi hanno cambiato e ora sono in questa nuova fase proprio perché ho potuto raccontare la mia versione. La mia fiducia nei giovani – aggiunge – nasce anche dal fatto che sono molto più neutri rispetto ai messaggi che ricevono, hanno molti meno pregiudizi e questo mi incoraggia a pensare che saranno capaci di gestire meglio di noi i nuovi media e le nuove tecnologie”. Nella parte finale dell’intervista Alessandro Benetton ha poi invitato le nuove generazioni a non avere paura delle sfide e soprattutto degli esiti: “Quando si tratta di raccontare i propri insuccessi i grandi sono poco generosi, ma non bisogna avere timore di dire che in quel momento ti sei sentito perso o se hai avuto paura: è quello il momento in cui capisci che puoi crescere e superare le difficoltà trasformandole in una nuova versione di te, migliore di quella precedente”.