Alexandria: Futuri Passati (Alexandria Past Futures) rivisita l’ex- megalopoli al culmine della sua storia, mettendo in luce la sua organizzazione urbana, politica e religiosa e alcune delle numerose innovazioni scientifiche ed espressioni filosofiche che l’hanno trasformata in uno dei centri della civiltà del mondo antico.
Esaminando le temporalità multistrato, la mostra riecheggia anche i resoconti dominanti di Alessandria come uno attraverso il quale civiltà successive e formazioni politiche del passato hanno provato visioni di futuri che non sono più presenti o rimangono percepite attraverso la cultura materiale della città e il suo ambiente costruito.
Circa duecento reperti storici provenienti dalle più importanti collezioni museali europee offrono una nuova prospettiva su Alessandria, concentrandosi sui suoi spazi di potere, conoscenza e culto, nonché sui mondi di vita dei suoi abitanti e sull’influenza transnazionale dal IV secolo a.C. al IV secolo a.C. secolo d.C.
Più di venti opere d’arte contemporanea che abbracciano pittura, fotografia, scultura, testo, documentazione d’archivio e video affrontano, attraverso e con la città portuale chimerica, l’allegoria del “territorio” come oggetto contestato della rappresentazione.
Tra queste anche una copia della Cleopatra di Guido Reni (foto allegata).
La mostra è strutturata nelle seguenti cinque sezioni:
La città
Alessandria fu fondata nel IV secolo aC da Alessandro Magno, che aveva sognato di fondare durante il suo governo una città che controllasse il commercio e la circolazione nel Mediterraneo orientale, raccogliendo popolazioni locali e greche. La mostra fornisce una presentazione dell’organizzazione della città e della sua evoluzione nel corso della storia. Presenta varie costruzioni emblematiche, come il faro di Alessandria, simbolo del potere della città, o il suo insigne sistema di approvvigionamento di acqua potabile. Le opere d’arte contemporanea coinvolgono i mutevoli paesaggi urbani della città, così come affrontano e denunciano la fragilità dei sistemi infrastrutturali instabili e incompleti.
Potere e conoscenza
Alla fine del IV secolo a.C., Tolomeo I cercò di raccogliere e preservare la “conoscenza del mondo” attraverso la creazione del Mouseion (“Museo”), che comprendeva un’università, un’accademia e la famosa biblioteca di Alessandria. Il Museo e la Biblioteca ebbero così un ruolo di primo piano nello sviluppo del pensiero filosofico e scientifico che la mostra approfondisce, ricoprendo il culto dedicato alla dinastia tolemaica nonché le diverse forme di produzione del sapere di cui la città fu testimone al tempo tempo. Attraverso sculture e installazioni, le opere d’arte contemporanee mettono in discussione le qualità estetiche e simboliche di monumenti e memoriali, affrontando le narrazioni egemoniche incorporate nei manufatti archeologici e i ruoli dei musei nella riscrittura di determinate storie.
Templi, bilinguismo culturale e opere d’arte polisemiche
I governanti lagidi cercarono di tessere legami tra le tradizioni greche ed egiziane. Il Serapeo di Alessandria era il grande tempio di queste nuove divinità dotate di carattere universale. Questo periodo vide la costruzione di ponti tra divinità egizie, greche e romane, dando origine a un bilinguismo culturale e religioso.
Gli alessandrini della vita quotidiana
La mostra si propone di restaurare diverse strutture utilizzate dagli antichi abitanti di Alessandria per la vita quotidiana sulla base di oggetti emblematici della vita quotidiana della città. Tra questi il Ginnasio, che svolgeva una funzione simile all’agorà greca o al foro romano, e la necropoli di Alessandria, che testimoniano l’assimilazione delle pratiche funerarie egizie da parte delle popolazioni greche e romane. Le opere d’arte contemporanea esplorano le varie negoziazioni e punti di tensione inerenti alla rappresentazione estetica della vita quotidiana nell’odierna Alessandria.
L’influenza di Alessandria
Vero faro politico, economico, culturale e religioso, Alessandria si irradiava in tutto il mondo antico. La mostra mette in luce l’influenza di Alessandria sull’impero meroitico attraverso la presentazione di oggetti ritrovati e la trasmissione di pratiche funerarie egiziane alla Nubia; inoltre, a dimostrazione di come, attraverso l’influenza senza precedenti dei culti isiaci nell’area mediterranea e in Europa, Alessandria si sia affermata come una città chiave per la circolazione – e la produzione – di beni di consumo e forme di conoscenza. Le opere d’arte contemporanea riflettono sui modi in cui i resoconti storiografici dominanti di città come Alessandria.
Coproduzione :
Mostra organizzata dal Museo Reale di Mariemont, Bozar – Centro di Belle Arti, Bruxelles e dal Mucem – Museo delle Civiltà dell’Europa e del Mediterraneo, Marsiglia.
Concetto curatoriale:
Sezione antiquaria
Arnaud Quertinmont, curatore delle antichità egizie e del Vicino Oriente al Museo Reale di Mariemont
Nicolas Amoroso, curatore delle antichità greche e romane al Museo Reale di Mariemont
Sezione contemporanea
Edwin Nasr, scrittore indipendente e curatore
Sarah Rifky, consulente curatoriale, curatrice presso l’Institute for Contemporary Art della Virginia Commonwealth University e dottoranda presso il Massachusetts Institute of Technology
Contesto :
Parallelamente alla mostra, due programmi di residenza d’artista, una serie di workshop, visite studio, incontri e conferenze nelle città dei diversi partner coinvolti esaminano le molteplici sfide affrontate dalle arti, dal patrimonio e dalle città attraverso la lente simbolica e storica del città di Alessandria, analizzando le sue influenze sullo sviluppo urbano attraverso il Mediterraneo.
Mucem, Museo delle Civiltà d’Europa e del Mediterraneo, Marsiglia