Essenziale ed evocativa. La nuova mostra di Alessandra Baldoni in programma dall’8 novembre al 20 dicembre nel nuovo spazio espositivo Lab 1930 di via Mantova 21 a Milano svela il “corpo a corpo” in solitudine che la fotografa umbra ha avuto il privilegio di avere con alcune opere d’arte di inestimabile valore custodite dalla Galleria Nazionale dell’Umbria durante i lavori di ristrutturazione voluti dal suo direttore Marco Pierini; opere che, in quella precisa circostanza, apparivano “nude”, vulnerabili, prive temporaneamente della loro sacralità.
“Ricordo il silenzio, il mio muovermi cauta e stupita tra opere movimentate, segni lasciati sul muro come una sacra usura, chiodi e buchi che richiamano il sangue di piedi trafitti lì accanto; leoni dal fiero sguardo e fili scomposti, prese che portano la luce che si posa sulle aureole degli angeli, imballi e carte a proteggere qualcosa di prezioso, il divino consumato dal tempo, stuccature, viti. E poi la polvere, l’imperfezione in attesa di guarigione, i volti di santi martiri, angeli e divinità come appesi a una domanda: loro, gli eterni, che si chiedono del futuro, in attesa del cambiamento, della rivoluzione”: Alessandra Baldoni narra uno smarrimento, personale e delle opere stesse, di fronte a una transizione che ha segnato un cambiamento epocale per un luogo come la Galleria Nazionale dell’Umbria che oggi guarda avanti con nuovi modi di raccontare e vivere l’arte, tra passato e contemporaneità.
I dittici fotografici in mostra a Milano, uno dei quali entrerà a far parte della collezione permanente della Galleria Nazionale dell’Umbria, riflettono sulla trasformazione e la persistenza del sacro e del sublime in una fase di passaggio, dove l’artista estrapola frammenti e isola dettagli di opere meravigliose mettendoli a confronto con strumenti semplici ma allo stesso tempo fondamentali di ogni trasformazione architettonica come un groviglio di cavi, una spina, un tassello nel muro, dei chiodi o un rotolo di pluriball.
Il caos generato durante la fase di riallestimento della Galleria Nazionale dell’Umbria, insieme ai segni-impronta lasciati dalle opere staccate dalle pareti o spostate dal pavimento, diventano per Alessandra Baldoni tracce di un trapasso temporaneo, trasformando opere d’arte che solitamente incutono stupore e rispetto in esistenze fragili e vulnerabili del sublime.
Elena Carotti: “Alessandra sottolinea forme che si rincorrono tra i secoli, crea rimandi tra i dettagli dell’opera e i dettagli del suo ricovero, e sembra lasciare aperta la domanda se gli strumenti di cura e sostegno non siano invece strumenti di dolore, ferri che hanno martoriato piedi insanguinati o torturato corpi trasportati nei sudari”.
Le opere esposte, ognuna delle quali rimanda idealmente all’altra senza per questo arrivare mai a una narrazione lineare, sono accompagnati da brevi suggestioni poetiche scritte dalla stessa artista, dove immagini e parole assumono la stessa valenza.
L’intera serie delle 12 opere fotografiche fra dittici e trittici che compongono “Pigre divinità e pigra sorte” è contenuta nel photobook edito da Lab 1930 a tiratura limitata e firmato dall’artista. In aggiunta al photobook verrà stampato un libro d’artista in 30 esemplari firmati e numerati da 1 a 30 con la cover personalizzata manualmente dell’artista, oltre a contenere la stampa Fine Art di un dittico di Alessandra Baldoni che non compare in mostra, realizzato ad hoc per il libro in tre differenti formati e accompagnato anche da una suggestione poetica.
Durante l’inaugurazione della mostra di martedì 8 novembre si potranno degustare le creazioni dolciarie del laboratorio artigianale “Solbiati Cioccolato” di Milano.
Alessandra Baldoni
Nasce a Perugia nel 1976, vive e lavora a Magione, un paese vicino al Lago Trasimeno. Ha esposto in Italia e all’estero e le sue opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private. È finalista e vincitrice di diversi premi internazionali. Nel 2020 ha vinto il Premio Tiziano Campolmi a “Booming Contemporary Art Show” di Bologna, l’open call di “Fotografia Europea” di Reggio Emilia, ed è stata finalista al Premio BNL del “Mia Photo Fair” di Milano. Nel 2021 è tra le vincitrici della call di “Fotonoviembre” a Tenerife e finalista al Premio New Post Photography al “Mia Photo Fair” di Milano. Ha preso parte alla residenza “Return2Ithaca” a Itaca, curata da Nina Kassianou, Martin Breindl e Krzysztof Candrowicz, i cui esiti sono diventati una mostra itinerante, già esposta a Itaca e Vienna e che nei prossimi mesi toccherà altre città d’Europa.
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